Le scarpe nella tendinopatia achillea, come sceglierle?
La corsa è sicuramente l’attività sportiva più popolare, praticata sia a livello ricreativo che agonistico.
Dato l’alto numero di persone che svolge questa attività, i produttori di attrezzatura sportiva hanno investito le migliori tecnologie nello sviluppo di scarpe che possano migliorare la performance o ridurre l’incidenza degli infortuni legati alla corsa.
Per questo motivo le calzature da running sul mercato sono numerose: da quelle ammortizzanti a quelle anti-pronazione, dalle stabilizzanti a quelle minimaliste.
Uno degli elementi che distingue i diversi tipi di scarpe è il drop, ovvero la differenza nello spessore della suola sotto il tacco e sotto la punta. Le scarpe più tradizionali hanno un drop di circa 12-15mm, mentre in quelle minimaliste è compreso tra 0 e 9mm.
Queste ultime sono state introdotte anche con l’idea di ridurre gli infortuni legati alla corsa poiché permettono di correre in un modo più naturale, simile alla corsa a piedi nudi, grazie al peso, al drop minimo e alla riduzione di ammortizzamento.
Ma le scarpe minimaliste possono realmente ridurre il rischio di una tendinopatia achillea?
Il primo effetto delle calzature minimaliste è quello di modificare lo stile di corsa.
Le scarpe ammortizzate tendono a far appoggiare prima il tallone (Hell strike), mentre le minimaliste rendendo l’impatto del tallone violento tendono a far si che il contatto al suolo sia di tutta pianta (Midfoot strioke) o avampiede (Forefoot strike)
In questo modo la lunghezza della falcata viene accorciata e se si mantiene la stessa velocità abbiamo un aumento della cadenza.
Questo richiede maggior lavoro (fino al 30% in più) da parte della caviglia sia in fase di propulsione che di ammortizzamento del passo, il che significa una maggior richiesta di forza da parte del tricipite surale e quindi un aumentata capacità di carico da parte del tendine d’Achille.
Si pensa che questo incremento di carico al tendine d’Achille possa aumentare il rischio di sviluppare una tendinopatia
I risultati degli studi che indagano gli infortuni in rapporto alle calzature utilizzate non sono così chiari. I podisti che sono passati alle scarpe minimaliste lamentano più frequentemente dolore al polpaccio, rispetto a chi utilizza scarpe tradizionali; questa differenza però non è tale da limitare gli allenamenti, né tanto meno da causare la tendinopatia.
Il tasso di infortuni misurato in chi utilizza scarpe minimaliste èspesso uguale a chi usa scarpe tradizionali.
Altri due fattori vanno a influire sul numero di infortuni registrati: il peso corporeo e i km percorsi in allenamento.
I dati suggeriscono che le scarpe tradizionali siano preferibili per podisti più allenati (più di 35km alla settimana) o più pesanti (più di 85kg), mentre quelle minimaliste possano essere più adatte a corridori occasionali o più leggeri.
Le scarpe con drop basso possono aumentare il carico a cui è sottoposto il tendine d’Achille, ma sono altri i fattori importanti (come ad esempio il carico di allenamento, il recupero delle sessioni o la forza muscolare) nel determinare il rischio di sviluppo o meno della tendinopatia achillea.
Pertanto, in assenza di un problema specifico, il consiglio è quello di scegliere la scarpa più confortevole. Questo perché il corpo umano è molto adattabile, e può abituarsi a diversi tipi di scarpe, soprattutto se il loro utilizzo è graduale .
Invece, nel caso in cui la tendinopatia achillea sia presente, l’utilizzo di scarpe tradizionali o di un rialzo sotto il tacco può essere una strategia utile per ridurre il carico ed il dolore del tendine.
Quando si cambia la calzatura è importante adottare un approccio di allenamento graduale e soprattutto è da evitare la modifica della calzatura nel periodo in vicinanza dell’impegno agonistico.