Con il termine sindrome femoro-rotulea si intende una condizione che causa un dolore anteriore al ginocchio che interessa l’articolazione omonima (Fig.1). La causa è multifattoriale, cioè gli elementi che contribuiscono alla comparsa di questo sintomo sono numerosi e non ancora non completamente riconosciuti.
Il dolore non è sempre presente e viene aggravato dal carico, ad esempio aumenta nel momento di alzarsi dalla sedia, soprattutto se si è stati seduti per lungo tempo, a fare le scale e sarà più dolorosa la discesa che la salita, durante la corsa soprattutto se in discesa, nell’esecuzione di esercizi che caricano il ginocchio come gli squat.
È un disturbo che colpisce sia la popolazione sedentaria che sportiva. Nei soggetti adulti colpisce circa il 22% della popolazione, con una preferenza per il sesso femminile 29%, rispetto a quello maschile 15%, tale differenza non ha trovato ancora spiegazioni. La sindrome femoro-rotulea è particolarmente diffusa nei podisti e nei ciclisti.
La diagnosi è prevalentemente clinica, la diagnostica per immagini potrebbe dimostrare alterazioni strutturali come lesioni cartilaginee, edemi ossei o alterazioni di segnale del corpo di Hoffa, ma è stato dimostrato che non sono associate alla sindrome femoro-rotulea e quindi devono essere prese in considerazione con cautela.
L’origine di questo disturbo è multifattoriale, negli anni i fattori presi in causa sono numerosi (Fig.2) e non sempre il mondo scientifico è d’accordo sul loro contributo al problema.
- Eccesso dell’angolo Q (Fig.3)
- Eccessiva pronazione del piede
- Tilt laterale della rotula
- Alterazione di attivazione e forza del quadricipite
- Alterazione di attivazione e forza dei muscoli dell’anca
- Eccesso di peso
- Ansietà e depressione
La sindrome femoro-rotulea è un disturbo che può mantenersi sul lungo periodo, negli studi si evidenzia che circa il 50% dei pazienti ha dei sintomi persistenti nonostante il trattamento ricevuto.
Per un corretto approccio terapeutico è necessario riconoscere quali siano i fattori di rischio e questo è piuttosto complesso data la natura multifattoriale del problema. Al Kinè abbiamo una strumentazione adatta all’individuazione di eventuali fattori di rischio biomeccanici. Attraverso il dinamometro isocinetico Biodex ® possiamo valutare la funzionalità dei muscoli del ginocchio, Con il dinamometro manuale Tracker system5 ® (Fig.4) valutiamo la funzionalità della muscolatura dell’anca e infine con le riprese video valutiamo il comportamento biomeccanico dell’intero arto inferiore.
Oltre ai fattori meccanici è necessario dedicare attenzione ai fattori psicologici che possono contribuire ad una alterazione dei processi di elaborazione e modulazione del dolore. Sarà quindi importante riservare del tempo per l’informazione del paziente sulla natura del problema ed una spiegazione del percorso terapeutico che sarà intrapreso in modo da aumentare la sua partecipazione ed aderenza. Il momento educativo servirà anche ad insegnare al paziente la gestione dei carichi, l’importanza dell’esecuzione degli esercizi, a non avere paura del movimento o dei crepitii che sente al ginocchio, aiutarlo nella gestione del controllo del peso.
Le raccomandazioni degli esperti sul trattamento più adeguato sono:
- L’esercizio terapeutico è raccomandato per ridurre il dolore nel breve, medio e lungo termine e per migliorare la funzionalità.
- E’ raccomandato associare esercizi per l’anca e per il ginocchio per ridurre il dolore e migliorare la funzionalità a breve, medio e lungo termine. Questa associazione deve essere preferita ad esercizi isolati per il ginocchio.
- Le strategie multimodali, esercizio + plantari + taping + terapia manuale sono raccomandati per ridurre il dolore nel breve e medio termine
- I plantari sono raccomandati per ridurre il dolore solo nel breve termine
- Le terapie fisiche strumentali (laser, ultrasuoni, tecar, ecc.) sono inadeguate al problema.
La gestione del carico durante l’esecuzione dell’esercizio terapeutico è un elemento fondamentale nel processo terapeutico. Gli esercizi possono progredire da un carico minimo a un carico elevato e da un’escursione di movimento del ginocchio protetta a un’escursione completa. La progressione degli esercizi può in parte essere basata sull’assenza di un dolore rilevante (non superiore a 4 su 10) utilizzando un modello di monitoraggio del dolore.