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ATTIVITA’ FISICA IN GRAVIDANZA.
2 Luglio 2019
ATTIVITA’ FISICA IN GRAVIDANZA

 

E’ ormai risaputo che l’attività fisica svolta in maniera regolare conduce ad importanti benefici all’apparato muscolo scheletrico ed alla salute mentale oltre che a diminuire il rischio di insorgenza di patologie croniche e mortalità.

La gravidanza è un periodo molto importante della vita di una donna, dove i comportamenti e lo stile di vita, compresa l’attività fisica, possono influenzare significativamente la sua salute e quella del feto.  Le linee guida di comportamento raccomandano che le donne in dolce attesa, salvo controindicazioni, si impegnino in attività fisica prenatale. Questa raccomandazione è purtroppo disattesa, infatti meno del 15% delle donne raggiunge i 150 minuti di attività fisica moderata a settimana durante il periodo gestazionale.

 Causa di tale “pigrizia” in maternità, oltre ad essere dovuta a preconcetti culturali non solo delle future mamme ma anche del personale sanitario. Infatti resiste il dubbio che l’attività fisica prenatale possa aumentare il rischio di aborto spontaneo, la riduzione della crescita del feto, il  parto prematuro e/o danni al bambino,  anche se tutto  questo non risulta essere confermato dalla letteratura scientifica a riguardo.

Curiosamente si nota che negli ultimi 30 anni i tassi di complicanze da gravidanza come la               preeclampsia, il diabete gestazionale, l’ipertensione in gravidanza e la macrosomia fetale sono aumentati drammaticamente parallelamente all’aumento dei tassi di crescita di obesità materna.

L’attività fisica è stata proposta come prima misura preventiva o terapeutica per ridurre le complicanze della gravidanza ed ottimizzare la salute materno-fetale.

Sulla base di tale argomentazione nel 2019 sono state pubblicate le linee guida canadesi riguardanti l’attività fisica in gravidanza nelle quali vengono definite 6 raccomandazioni di comportamento:

1-Tutte le donne senza controindicazioni assolute o relative dovrebbero diventare o rimanere fisicamente attive        durante la gravidanza. E’ stato evidenziato che l’attività fisica prenatale è associata alla riduzione di diabete mellito gestazionale (38%), preeclampsia (41%), ipertensione della madre (39%), depressione prenatale (67%) e macrosomia (39%) senza aumentare il rischio di effetti avversi quali la nascita prematura, ritardo di sviluppo, aborto e mortalità perinatale. 

2- Dovrebbero svolgere almeno 150 minuti a settimana di attività fisica a livello moderato-intenso (raggiungere almeno 7.0 equivalenti metabolici- MET) così da raggiungere benefici per la salute e ridurre significativamente le complicanze legate al periodo gestazionale.

MET/ora per attività fisica.

3- L’attività fisica dovrebbe essere organizzata su un minimo di 3 giorni alla settimana ma deve essere incoraggiato il mantenersi attive quotidianamente così da incrementare i benefici associati.

4- Per ottenere maggiori benefici le donne in dolce attesa dovrebbero incorporare una varietà di attività aerobica ed allenamenti di resistenza. In aggiunta lo Yoga e/o lo stretching posso risultare utili.

5- L’allenamento muscolare del pavimento pelvico può essere eseguito giornalmente per ridurre il rischio di incontinenza urinaria prenatale (50%) e dopo la nascita (35%). Importante la correttezza della tecnica di esecuzione.

6- Le donne che presentano nausea, vertigini o sensazioni spiacevoli quando fanno esercizio da supine dovrebbero modificare frequentemente la loro posizione di esercizio cosi da adattarsi ed evitare la posizione supina.

 

 

Per quanto riguarda la scelta dell’attività fisica è importante che le donne seguano delle precauzioni di sicurezza generale come evitare sport di contatto fisico o con rischio di cadute per evitare traumatismi e sport come l’immersione con bombole per evitare rischi di embolie al feto.

In conclusione sulla base dei risultati della linea guida riportata l’attività fisica in gravidanza deve essere assolutamente incoraggiata e promossa dai professionisti sanitari assieme ad uno stile di vita sano ed un alimentazione completa poiché porta ad importanti benefici sia per la madre che per il bambino.