L’esercizio fisico è forse lo strumento più potente che abbiamo a disposizione per migliorare la salute, tant’è che se esistesse un farmaco capace di garantire gli stessi effetti benefici, questo sarebbe probabilmente il più prescritto, e sarebbe rivolto a persone con le condizioni più diverse, dal mal di schiena, all’artrosi, fino a patologie oncologiche o degenerative come l’Alzheimer.
Questi benefici sono stati documentati per l’attività fisica svolta nel tempo libero (Leisure Time Physical Activity – LTPA), mentre per l’attività fisica occupazionale (Occupational Physical Activity – OPA), ovvero quella che facciamo quando lavoriamo, i risultati sono ambigui infatti in alcuni casi può avere effetti negativi sulla salute.
Nonostante i noti effetti positivi del movimento, è stato dimostrato come alti livelli di OPA siano un fattore di rischio per le problematiche cardiovascolari. Questi effetti contrastanti sul benessere della persona costituiscono il cosiddetto “Paradosso dell’attività fisica”. Ciò è particolarmente rilevante in quanto per una buona parte della popolazione quella occupazionale è l’unica attività fisica svolta.
L’attività svolta nel tempo libero è caratterizzata da movimenti dinamici con intensità tale da migliorare l’efficienza cardio-respiratoria ed il metabolismo, è eseguita volontariamente per breve tempo e con un adeguato periodo di risposo. All’opposto l’attività fisica lavorativa è spesso caratterizzata da una posizione statica, con il sollevamento di pesi, monotona e ripetitiva, con intensità tale da non migliorare la fisiologia del nostro corpo, eseguita per lunghi periodi e senza adeguato tempo di recupero.
Uno studio danese ha indagato i possibili meccanismi che spiegano questo paradosso, evidenziando alcuni aspetti fondamentali, diversi nelle due modalità:
- Intensità. La OPA viene eseguita, in media ad intensità troppo bassa (30/35% della capacità aerobica) per ottenere benefici cardiorespiratori; questi invece si raggiungono con esercizi ad intensità maggiore, per brevi periodi di tempo.
- Controllo. Nella LTPA, la persona ha il pieno controllo dell’esercizio, sotto diversi aspetti: il gesto da eseguire, lo sforzo e l’ambiente. Nella OPA, invece, il lavoratore ha spesso poco controllo di questi fattori; ad esempio capita frequentemente di lavorare in posizioni poco confortevoli, oppure sotto il sole o alle intemperie, grossi carichi da spostare, tutti fattori che aumentano lo stress che possono portare ad un eccessivo sfinimento.
- Recupero. Nella maggior parte dei casi, il lavoro richiede di essere attivi per molte ore al giorno, per diversi giorni consecutivi, con tempi di recupero insufficienti. Questo, in un contesto sportivo, sarebbe assimilabile all’overtraining (eccesso di allenamento).
Le differenze evidenziate vanno quindi a spiegare i motivi per cui l’attività fisica possa avere effetti contrastanti, quando eseguita nei due diversi contesti (ricreativo o lavorativo). Questo riguarda in particolare:
- Il battito cardiaco. Alti livelli di OPA incrementano il battito cardiaco medio giornaliero, il che costituisce un fattore di rischio per patologie cardiovascolari. Lo stesso effetto non si osserva invece nelle persone con alti livelli di LTPA.
- La pressione arteriosa. La contrazione muscolare durante l’attività fisica causa un istantaneo aumento della pressione arteriosa. Tuttavia, un’esposizione prolungata ad OPA che richieda sollevamenti pesanti o posture statiche può far sì che questo aumento diventi sostenuto, anche dopo l’orario lavorativo, andando a gravare sul sistema cardiovascolare.
- I livelli di infiammazione. I marker dell’infiammazione (ovvero quelle proteine che aumentano nel sangue in presenza di stati infiammatori) aumentano durante l’attività fisica, e rimangono elevati fino a quando il corpo non ha avuto un sufficiente tempo di recupero. Alti livelli di OPA per lunghi periodi possono portare a livelli infiammatori sostenuti, che si ipotizza possano giocare un ruolo in patologie come l’aterosclerosi.
Comunque, quando si considerano gli effetti dell’attività fisica sulla salute della persona, ogni caso va analizzato individualmente, poiché sono molti i fattori che entrano in gioco.
Come prima cosa, ciascun impiego richiede un’attività diversa, e le stesse mansioni possono variare a seconda del periodo. Inoltre vanno tenuti in considerazione anche altri fattori legati allo stile di vita (come ad esempio il sonno o l’alimentazione), oppure quali siano le condizioni di salute precedenti (ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, ecc.).
Per questi motivi non si possono trarre delle conclusioni affrettate sui possibili effetti dell’attività fisica lavorativa (OPA), mentre si è sicuri sugli effetti benefici sulla salute dell’attività ricreativa (LTPA).