Nonostante le persone conducano uno stile di vita attivo anche al di là della giovinezza, ci sono dei dolori causati dalle patologie degenerative che impediscono lo svolgimento delle azioni più semplici della propria vita quotidiana, come cucinare o lavarsi, e possono arrivare a precludere l’autonomia e obbligare così all’impiego di ausili o all’assistenza da parte dei familiari.
La patologia degenerativa della spalla, detta omartrosi, può proprio essere causa di questi disagi. Ma quali sono i sintomi per riconoscerla? I sintomi legati a questa patologia sono forte dolore e rigidità della zona con conseguente limitazione delle normali attività quotidiane.
La causa di questi dolori, è dovuta all’evoluzione della patologia che comunemente comporta la scomparsa progressiva della cartilagine fra l'osso del braccio, l’omero, e quello della spalla, la scapola. Quando la cartilagine non può più fare da ammortizzatore, il movimento dell'articolazione causa degli sfregamenti sempre più dolorosi, che la deformano fino a distruggerla progressivamente.
A causa di tale cambiamento l’articolazione è dolente e non permette un libero movimento della spalla e delle braccia: è proprio in questa occasione che entra in gioco il chirurgo ortopedico!
Come curare il dolore alla spalla
Esistono metodiche farmacologiche di alleviamento del dolore e fisioterapiche di miglioramento della mobilità della spalla che aiutano ad alleviare i sintomi ma, attualmente, non esistono sistemi adeguati a evitare gli sfregamenti e a ripristinare la superficie articolare una volta che l’articolazione è danneggiata.
Per contrastare quindi definitivamente il dolore e ritrovare la propria autonomia, la sostituzione protesica risulta ad oggi l'unica soluzione che permette di ripristinare la funzionalità completa dell'articolazione.
Quando ricorrere alla protesi
Il momento giusto per decidere di sottoporsi ad un intervento di sostituzione protesica avviene quando la cartilagine dell'articolazione è molto usurata e ogni movimento della spalla diviene difficile, causando dolore e impaccio nei movimenti.
Radiografia di una spalla normale
Radiografia di un’artrosi di spalla
L'intervento chirurgico viene infatti proposto quando ci si trova di fronte ad un disturbo doloroso importante che impedisce progressivamente di muovere il braccio interessato, di riposare correttamente durante la notte a causa delle frequenti interruzioni del sonno, dovute dal forte dolore, e dall’assenza di beneficio dalla terapia antidolorifica.
Viene consigliato alle persone che con protesi di spalla hanno avuto in passato eventi di artrite o frattura a livello omero-scapolare, quindi nei pressi della spalla, che ha comportato danni permanenti all’articolazione.
Ricordiamo che l'intervento non è urgente: possono passare infatti anni dalla diagnosi alla necessità di intervenire.
Esempio di una protesi di spalla
(tipo anatomico)
Esempio di una protesi di spalla
(tipo inverso)
Perché operarsi?
Lo scopo dell’intervento è ristabilire il movimento dell'articolazione ed eliminare o ridurre i dolori alla spalla. Questo lo si ottiene sostituendo interamente o parzialmente la spalla con un'articolazione artificiale che viene fissata a una o entrambe le “estremità” (l’omero e/o la scapola) con un press-fit, ossia una protesi non cementata.
Successivamente l'osso neoformato integrerà l'impianto riabitandone la superficie, trattata appositamente per questo scopo.
Modellino di una protesi di spalla
Quali rischi ci sono?
Per realizzare questo intervento vengono prese tutte le precauzioni necessarie per il buon esito dell’operazione, ben tollerata nella grande maggioranza dei casi.
Le complicanze sono infatti molto rare e i rischi sono essenzialmente due:
- un’emorragia localizzata.
- un'infezione locale da trattare precocemente con terapia antibiotica o una lussazione della testa della protesi, che può richiedere un secondo intervento di revisione.
Cosa ci si deve aspettare da questo intervento?
Questo intervento è l'unico modo per ristabilire un buon funzionamento dell'articolazione e per eliminare il dolore. Con la protesi è possibile vivere e lavorare senza limitazioni, svolgendo sport in scarico e non traumatici.
La funzione articolare viene recuperata in 4-5 settimane circa, ma già dopo poche settimane dall’intervento si dovrebbe essere in grado di mangiare, vestirsi e provvedere in autonomia alla propria igiene.
La durata di una protesi varia da 10 a oltre i 20 anni, infatti oltre l’80% dei pazienti dopo 20 ha ancora una buona funzionalità della protesi. È bene ricordarsi che un’attività pesante o eccessiva, una mancata cura e attenzione per la spalla possono accelerare l’usura di alcune componenti della protesi, determinando una minore durata della stessa.
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