La sindrome della bandelletta è caratterizzata da un dolore che compare senza una causa apparente, sulla faccia esterna del ginocchio e che può irradiarsi sulla faccia esterna della coscia. L’esordio è insidioso e aumenta progressivamente con l’attività fisica fino ad impedirla.
E’ particolarmente frequente nei podisti, con 7%-14% di casi l’anno e nei ciclisti è responsabile del 15% degli infortuni da sovraccarico.
Prende questo nome dalla struttura anatomica, la fascia (bandelletta) lata o ileotibiale (Fig.1) reputata la causa del dolore. Infatti si pensava che il dolore derivasse dalla frizione che la parte terminale di questa struttura poteva avere contro la parte ossea esterna del ginocchio durante l’attività sportiva.
Molto più probabilmente il dolore è causato da una eccessiva tensione che si concentra in quel luogo, causata dal non corretto funzionamento di strutture più distanti, associato ad errori di allenamento che ne provocano il sovraccarico. Quindi non siamo di fronte a lesioni o infiammazioni tissutali ma il dolore è semplicemente un messaggio di allarme messo in atto dal nostro sistema nervoso, per difenderci dai sovraccarichi.
Spesso il paziente affetto da questa sindrome giunge all’ambulatorio con una risonanza magnetica del ginocchio poiché il dolore può far pensare ad una sofferenza del menisco esterno. La diagnosi della sindrome della bandelletta è prettamente clinica, cioè si riconosce dalla storia raccontata dal paziente e dall’esame obiettivo (la visita) (Fig.2).
Come per gli altri infortuni da sovraccarico negli atleti, riconosce fattori contribuenti estrinseci dovuti sostanzialmente ad errori di allenamento.
Fattori estrinseci:
- Improvvisi eccessi di allenamento.
- Cambio di carico (corsa in collina)
- Modificazioni legate alla competizione.
- Aumento dell’intensità/velocità di allenamento.
- Modificazione della durata dell’allenamento.
- Aumento della frequenza dell’allenamento.
- Distanza settimanale
Tutto questo è riassumibile con la frase “TOO MUCH, TOO FAST, TOO SOON”
Una volta riconosciuta la sindrome della bandeletta, per impostare un corretto ed efficiente piano terapeutico e importante fare un bilancio della forza dell’arto inferiore in generale e in modo più specifico della muscolatura della caviglia, del ginocchio e dell’anca. Infatti fra i fattori intrinseci di questo infortunio si riconoscono le alterazioni della funzionalità muscolare dell’anca e del ginocchio, nonché un alterato coordinamento dell’arto inferiore (Fig.3). Al Kinè abbiamo una strumentazione adatta all’individuazione di eventuali fattori di rischio biomeccanici. Attraverso il dinamometro isocinetico Biodex ® possiamo valutare la funzionalità dei muscoli del ginocchio, Con il dinamometro manuale Tracker system5 ® (Fig.4) valutiamo la funzionalità della muscolatura dell’anca e infine con le riprese video valutiamo il comportamento biomeccanico dell’intero arto inferiore.
Il trattamento si basa sulla terapia manuale e sull’esercizio terapeutico (Fig.5) mirato soprattutto ai deficit evidenziati dalle misurazioni biomeccaniche.
Durante il trattamento sarà necessario modificare l’allenamento almeno per le prime 4-6 settimane, raramente è necessaria la completa sospensione.
La terapia fisica strumentale (ultrasuoni, tecar, laser, ecc.) non è raccomandata.
La sindrome della bandelletta non è un problema particolarmente ostico in genere si risolve all’interno di 4-8 settimane al massimo.