LA CORSA CON SCARPE “MASSIMALISTE”
Da quando, negli anni ’80, sono comparse le prime scarpe con la suola ammortizzata, l’innovazione tecnologica non si è più fermata. Con soluzioni sempre più avanzate allo scopo di ridurre la sollecitazione meccanica del piede e dell’arto inferiore e con questo, diminuire i traumatismi del podista. Purtroppo, ad oggi, questa battaglia non ha ancora portato risultati soddisfacenti poiché l’uso di scarpe ammortizzate, di qualsiasi marca, non ha dimostrato di diminuire l’incidenza delle patologie tipiche del podista. In questa corsa all’ammortizzazione della scarpa, negli ultimi anni si è aggiunto il nuovo marchio Hoka che propone una scarpa super ammortizzata, che definiamo “massimalista”, esattamente l’opposto delle scarpe minimaliste che sono andate di moda nell’ultimo decennio. Purtroppo anche queste nuove scarpe non sembrano raggiungere lo scopo prefissato.
Sono stati pubblicati recentemente due lavori scientifici che dimostrano come questo tipo di scarpe non solo non diminuisce la sollecitazione meccanica all’arto inferiore ma in alcuni casi può anche aumentarlo. Per capire come questo possa succedere è prima necessario spiegare come funziona l’arto inferiore nella corsa.
Durante la corsa l’arto inferiore funziona come una molla, nella prima fase quando il piede tocca il suolo e carica il peso del corpo abbiamo una decelerazione e la molla si carica (Fig. a 1), nella seconda fase la molla rilascia l’energia immagazzinata e accelera il corpo in avanti (Fig.a 2). Questo comportamento permette di risparmiare energia e rendere la corsa efficiente.
Nella figura B vediamo il grafico che rappresenta la forza di reazione del suolo, sostanzialmente il carico a cui è soggetto l’arto inferiore durante la corsa. Gli elementi più importanti, poiché un loro valore eccessivo sembrano essere un fattore di rischio per le lesioni del podista, sono il tasso di carico (TC) e il picco di impatto (PI). Il tasso di carico è la velocità con cui si raggiunge il picco d’impatto, più è veloce, più è ripida la curva. Il picco d’impatto è il carico iniziale che deve sopportare l’arto inferiore, più è alto questo punto nel grafico maggiore è la sollecitazione meccanica da sopportare.
Lo so, la fisica è complicata e tediosa, ma è necessario capire questo meccanismo per comprendere i risultati dei lavori scientifici che andiamo a presentare.
Gli studiosi dell’università dell’Oregon guidati dal prof. Norcross hanno preso due gruppi di podisti e li hanno fatti correre, uno indossava le Hoka e il secondo le New Balance Ghost, mentre il gruppo di podisti del prof. Avela, dell’università di Helsinki una parte correva con le Hoka e l’altra con le New Balance neutre.
In entrambi i casi il risultato è stato che le due caratteristiche fisiche importanti, il tasso di carico e il picco di impatto, non solo non sono diminuiti ma addirittura sono aumentati, come si può vedere dai grafici sottostanti.
Questo risultato, completamente inaspettato, sembra sia dovuto al fatto che il sistema nervoso centrale adatta la rigidità dell’arto inferiore (la molla) a seconda della consistenza dell’appoggio in modo da mantenere stabili le caratteristiche meccaniche individuali della corsa. In sintesi, l’arto inferiore si comporta come un ammortizzatore a rigidità variabile, più l’appoggio è elastico più aumenta la rigidità, mentre con un appoggio rigido essa diminuisce. Infatti questo fenomeno era già stato osservato in studi effettuati sulla corsa su superfici a diversa consistenza e si è notato che più rigida diventava la superfice minore era la rigidità dell’arto inferiore. Ecco perchè correndo sull’erba o sull’asfalto la sollecitazione meccanica a livello dell’arto inferiore sostanzialmente non cambia, cosi anche con i diversi tipi di scarpe.
Kulmala J.P., Kosonen J., Nurmine J. E Avela J. Running in highly cushioned shoes increases leg stiffness and amplifies impact loading Scientific Report 2018
Pollard CD., Ter Har JA.,Hannigan JJ., Norcross MF. Influence of maximal running shoes on biomechanics before and after a 5k run. Orthop.J. Sports Med. 2018